Il Premio Arpino Città di Cicerone

Il Premio "Arpino città di Cicerone" è stato istituito nel 2014 dal Comune di Arpino con la collaborazione della Pro Loco e dell'Associazione Ambasciatori del Certamen. I premi sono attribuiti a personalità italiane e straniere che hanno partecipato al Certamen Ciceronianum Arpinas e che hanno raggiunto traguardi prestigiosi nei rispettivi campi professionali. Inoltre il premio viene attribuito a personalità che si sono particolarmente distinte nel campo della comunicazione, dello sport, dello spettacolo, della cultura, dell'imprenditoria e in quello dei diritti,  sicurezza e salute della popolazione.

Nelle prime due edizioni sono stati premiati tra gli altri il direttore del Tg1 Mario Orfeo, l'attuale vicedirettore del Corriere della Sera Venanzio Postiglione, il direttore del Tg2 Marcello Masi ed il Capo della Polizia Franco Gabrielli.

premio2014

IL PREMIO

Nel responso dell’argilla - e del vulcano che ne è paternità indolente - sopravvive il volto arpinate, ricomposto per pieghe millenarie, per soprusi, per aliti di storia. “Se la vita è quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla” - scriveva Garcia Màrquez - Antonio Gabriele sembra cogliere un fotogramma di memoria che è ricchezza comune, indissolubile finanche nei cicli e nell’accavallarsi della conoscenza. Non già un ritratto dell’Arpinate bensì lo sguardo dell’uomo - la sostanza - sopravvissuto alla tirannia e alla smemoratezza delle genti, all’arroganza delle dinastie o alla pietà del mare.
Antonio Gabriele affida al volto di Cicerone il dovere di un racconto che è, nella sua implacabile conflittualità, storia d’arte e storia di coscienze. E lo fa con la misura rigorosa del segno, con una materia lieve ma affabulatoria, lasciando al “non detto” o all’abisso dell’occhio la traccia indissolubile dell’esistenza. E pertanto del sogno. Uno sguardo solo in apparenza seriale - ogni opera è figliolanza autonoma di misture - eppure capace, da solo, di destabilizzare l’osservazione, di proporre reticoli riflessivi, di ospitare in un solo luogo - il volto, per l’appunto - la presunzione del pieno e l’incanto del vuoto. E non è un caso, forse, che questa narrazione tocchi ad Antonio Gabriele che di questa terra - della terra di Cicerone - conosce il suono e l’ansia, le pieghe del fiume, il tornante celato nel lauro. Ovvero le parole che il vento rimbalza da millenni tra le torri della città vecchia.

Rocco Zani

 

Antonio Gabriele evidentemente affonda le proprie sensibilità materiche e coloristiche nella storia stessa di una terra antichissima: Arpino ed il suo ager.  Le fornaci, come le lane della terra di Cicerone, le manifatture secolari, le botteghe dei vasai e dei cannatari, le forme sinuose ed i suoni dei mandolini della Liuteria Embergher, i colori del Cavalier d’Arpino, le terracotte della Bottega dei Mastroianni Ceramisti sono gli elementi costitutivi di una personalità in pieno sviluppo. Chi ha seguito da vicino il suo recente percorso, dalla magia dei boschi e delle fantastiche faune ai vasi rovesciati, dalle cromatiche soluzioni sgargianti della ceramica Raku alle ferrose e bronzee sculture delle Mostre di: Belgrado, Praga, Vienna, Parigi, Balatonfilired, Lussemburgo, Bruxelles, Torino e Roma, non può non prendere atto della impressionante maturazione di forme e contenuti esistenziali. Una personalità che riesce, in maniera sempre più significativa, a coniugare la sapiente padronanza di tecniche antichissime ad una singolare e moderna visione e rivisitazione del vissuto quotidiano. Antonio Gabriele esalta, nella ceramica moderna, le dimensioni liriche di un mondo arcadico attraverso una ricerca formale raffinatissima ed in costante evoluzione e che, ultimamente, si patina anche di affascinanti rughe temporali.

Massimo Struffi

 

 

Video della passata edizione

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Premio Arpino Città di Cicerone 2019

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